Home | News & Eventi | Le piante del Natale

Storie dal Parco

Le piante del Natale

Condividi

l periodo natalizio è un momento ricco di colore nei nostri boschi, il rosso delle bacche del corbezzolo e del pungitopo la fanno da padrone, ma anche lo splendente verde dei muschi, per non dimenticare il bianco delle bacche del vischio e dei fiori del corbezzolo.

Al Parco della Maremma puoi trovare tante tipologie di piante natalizie, ma ti ricordiamo che, trattandosi di un’area protetta, è assolutamente vietato raccogliere qualsiasi tipo di pianta.

Ti va di conoscere le piante del Natale che puoi vedere anche al Parco della Maremma? Bene, inziamo!

 

Il corbezzolo

Il corbezzolo (Arbutus unedo) viene chiamato anche albatro o, poeticamente, arbuto, è un albero da frutto appartenente alla famiglia delle Ericaceae e al genere Arbutus. È diffuso nei paesi del Mediterraneo occidentale e sulle coste meridionali dell’Irlanda. I frutti vengono chiamati corbezzole o talvolta albatre.

Uno stesso arbusto in autunno ospita contemporaneamente fiori e frutti maturi, questo, insieme al fatto di essere sempreverde, lo rende particolarmente ornamentale e apprezzato come pianta per i giardini. Il corbezzolo ha la caratteristica di presentare tre vivaci colori:

  • il rosso dei frutti,
  • il bianco dei fiori
  • il verde delle foglie

Per questo motivo la pianta è considerata il simbolo del tricolore italiano e Giovanni Pascoli gli dedicò un’ode:

« O tu che, quando a un alito del cielo

I pruni e i bronchi aprono il boccio tutti,

Tu no, già porti, dalla neve e il gelo

Salvi, i tuoi frutti »

« e ti dà gioia e ti dà forza al volo

Verso la vita ciò che altrui le toglie,

Ché metti i fiori quando ogni altro al suolo

Getta le foglie; »

« (…) »

« Il tricolore!… E il vecchio Fauno irsuto

Del Palatino lo chiamava a nome,

Alto piangendo, il primo eroe caduto

Delle tre Rome. »

(Giovanni Pascoli, Il corbezzolo)

I frutti sono ricchi di zuccheri e vitamina C, vengono usati per preparare una gustosa marmellata, gli antichi romani consigliavano “unum edo” (ne mangio solo uno) perché sono indigesti e non bisogna abusarne!

 

Il pungitopo

Il Ruscus aculeatus, conosciuto come pungitopo, è un arbusto sempreverde appartenente alla famiglia delle Ruscacee. La pianta è tipica delle aree con inverni miti, e quindi comune in tutto il bacino del Mediterraneo e si caratterizza per la natura cespugliosa, nonché per l’altezza solitamente contenuta, raggiunge infatti un massimo di 80 cm. Le foglie verde scuro, di norma arrotondate, accolgono delle vistose e lucenti bacche rosse, il curioso nome deriva dall’uso che ne veniva fatto in passato: i rametti venivano messi nelle fessure sotto le porte, alle finestre, nei muri, per impedire il passaggio dei topi.

 

Il vischio

Tra le usanze popolari più diffuse per il periodo natalizio, quella del vischio è certamente la più nota: a ridosso con il Capodanno, infatti, si è soliti scambiarsi un bacio sotto un rametto di questo arbusto. Il Viscum album è una pianta cespugliosa appartenente alla famiglia delle Viscaceae. Poiché cresce sul tronco e sulla chioma di altri alberi, in particolare le conifere, questa varietà sempreverde è detta epifita e semiparassita. A differenza di altri cespugli, quali l’edera, non rappresenta però una minaccia per l’albero ospite: non ne impedisce, infatti, la crescita delle foglie né sottrae nutrienti essenziali. Poiché più facile scovarlo in inverno, quando le chiome sono appunto spoglie, il vischio è diventato uno degli esemplari tipici del Natale. Il vischio si caratterizza per un cespuglio irregolare e ramificato, dalle foglie verdi e molto allungate, dalle quali spuntano delle caratteristiche bacche bianche, non commestibili.

L’impiego per Natale deriva dalle tradizioni delle popolazioni del Nord Europa, in particolare dalla cultura vichinga e dal culto di Freya, la dea dell’amore. Freya aveva un figlio bellissimo e molto amato, Baldr, il quale venne però ucciso dal fratello Loki, tramite un dardo di vischio. Sopraffatta dal dolore, Freya cominciò a piangere sul corpo del figlio: le lacrime, cadute a terra, diedero vita a bacche e rametti proprio di vischio, che permisero a Baldr di resuscitare. Da allora, la dea Freya cominciò a regalare rametti del cespuglio e baci a tutti gli umani, come segno tangibile della sua profonda gioia.

Ti sei appassionato a questi racconti sulle piante natalizie?

Allora continua a seguirci, imparerai tante altre curiosità!

Contributo di Sabrina Fiorelli de Le Orme

Ultime news