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La costa dimenticata (e salvata)

Se vieni, scoprirai una grande isola di natura affacciata sul mare.

Un’isola rara, perché una natura mediterranea così integra e ricca di animali è scomparsa quasi ovunque. Un’isola bellissima, solitaria e silenziosa, da visitare e godere tutto l’anno. Qual è la sua storia?

Non esiste un altro posto come questo.  

Immagina venti chilometri di costa come poteva essere cento o mille anni fa. Con una spiaggia lunghissima, forse la più bella d’Italia, dove puoi scoprire com’erano ricche di vita una volta tutte le spiagge del Mediterraneo. Alle spalle, novemila ettari di colline e di pianure, di boschi e macchie sempreverdi percorsi da istrici, daini, caprioli, cinghiali, volpi e lupi. Ma anche stagni, paludi e un fiume frequentati da migliaia di uccelli, uno dei grandi crocevia migratori del Mediterraneo. Una natura selvaggia ma gentile, che conserva ancora i tesori della sua storia: una grande abbazia abbandonata, la villa granducale, i butteri che continuano la tradizione dell’allevamento brado dei bovini maremmani.

Com’è possibile che un posto così si sia salvato?

Un tempo, tutte le coste basse erano come questa, mentre gli uomini stavano nell’interno, sui colli e sui monti. Da cento anni a questa parte però è cambiato tutto. Mentre l’interno si spopolava e cominciavano a tornare i boschi, la costa si riempiva di città, strade e centri turistici. Tranne qui. 

Questo lungo tratto di costa della Maremma, fatto di grandi tenute e riserve di caccia, nascosto dietro le colline dell’Uccellina e la piana dell’Ombrone, è stato dimenticato. E quando erano ormai pronti i progetti per trasformarlo in un altro pezzo di costa qualsiasi, la Regione Toscana vi ha creato la sua prima area protetta. Era il 1975. Da allora il Parco conserva la Maremma di una volta, con i suoi tesori naturali, storici e umani. Per svelarli a chi sceglie di visitarlo.