Alberese - San Rabano

Nel periodo estivo si può percorrere solo con la guida e a piedi.

Si parte da Alberese attraversando un grande uliveto nella fascia agricola del Parco fra la pianura e il bosco. Dopo un cancello, lo stradello continua fra due “muri” di vegetazione fitta e disordinata, in una zona che è stata agricola in passato e adesso si sta  rinaturalizzando. Presto si arriva a un antico muro in pietra, oggi in parte diruto, oltre il quale c’è una muraglia verde molto più alta: sono le querce che qui, sul versante settentrionale più fresco e umido, trovano le condizioni di crescita migliori. Lo stradello comincia a salire costeggiando il muro, e poco dopo la località di Piscina del Prete entra nell’antica riserva di caccia.

Questo è un bosco fitto e scuro, forse il bosco più bello del Parco. Da qui, con un minimo di fantasia, è facile immaginarsi nel Medioevo, come viandanti in viaggio dalla stazione di posta lungo l’Aurelia al monastero di San Rabano, da dove si scendeva a Cala di Forno per imbarcarsi alla volta di Civitavecchia o di Livorno.

Dopo una prima parte di salita più decisa, il percorso si fa più dolce. Più si sale di quota, più l’altezza degli alberi si abbassa, e ai lati dello stradello compaiono gli arbusti della macchia: erica, ginepro, cisto, qualche ginestra e corbezzolo. Ogni tanto il bosco di apre e lascia intravedere grandi panorami verso l’interno.

Un’ultima salita, e si arriva su una larga sella fra le colline dove si trovano le rovine del monastero, della sua chiesa e della torre dell’Uccellina, circondate da una corona di grandissimi lecci.

Per la sorpresa finale dell’escursione bisogna però continuare lungo un breve sentiero pianeggiante che porta a due altane, una che guarda a nord e una che guarda a sud, dalle quali si possono godere panorami spettacolari su tutta la costa di questa parte di Toscana.