Lo scorso 11/01/2025 si è svolto a Pisa un convegno intitolato “La difesa del Pino domestico dalla cocciniglia tartaruga” organizzato dalla Regione Toscana e dal Parco Regionale Migliarino S. Rossore Massaciuccoli. Stante i gravi danni che questa specie nociva provoca si riportano, di seguito, alcune valutazioni e considerazioni in merito alla biologia dell’insetto stesso, alle misure di contenimento ed alla procedura da utilizzare per comunicare eventuali casi sospetti.
Origine e diffusione:
Originaria del Nord America, nel 2005 la specie è stata segnalata per la prima volta al di fuori del suo areale originale, nei Caraibi (Isole Turks e Caicos), rivelandosi un pericoloso infestante dei pini locali.
Nel 2015 è stata rinvenuta per la prima volta in Campania, primo rilevamento avvenuto in Europa. Dopo aver arrecato ingenti danni al patrimonio arboreo partenopeo e regionale, nel 2018 è stata avvistata anche a Roma, dove ha iniziato a diffondersi fino al centro storico della capitale. Nel 2019 è stato rinvenuto nella città di Pescara.
In Toscana è stata rinvenuta nel 2022 nel Giardino dell’Orticoltura di Firenze dove è stata prontamente debellata attraverso l’eliminazione delle piante colpite (si trattava di giovani pini domestici). Nell’estate del 2024 è stato segnalato un focolaio nel parco urbano ex-Ciclilandia a Tirrenia, appena fuori dai confini del Parco Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli dove sta diffondendosi rapidamente.
Biologia:
Toumeyella parvicornis è altamente adattabile e può avere un numero di generazioni variabile in base alle condizioni climatiche; in Canada non si riscontra più di una generazione l’anno, numero che aumenta sensibilmente nei paesi tropicali e del mediterraneo.
Dopo la schiusa delle uova, la neanide di prima età si muove sull’ospite in cerca di un sito di alimentazione adatto. I maschi sono dotati di ali mentre le femmine possono essere trasportate dal vento o da animali. Il loro colore va dal rossastro al marrone scuro la loro dimensione massima non supera il mezzo centimetro.
L’insetto è un fitomizo, ossia si nutre della linfa di piante succhiandola. La grande quantità di melata prodotta dal parassita favorisce lo sviluppo di fumaggine. I rami e le foglie degli esemplari attaccati si presentano coperti da una fitta coltre scura. Tale stratificazione porta ad una riduzione della fotosintesi e quindi comporta il deperimento degli alberi.
Normativa:
Per completezza d’informazione si riporta di seguito la normativa nazionale e regionale di riferimento relativamente alla Cocciniglia tartaruga del pino (Toumeyella parvicornis).
Nazionale
- DM del 3 giugno 2021 Misure fitosanitarie di emergenza ai fini del contrasto dell’organismo nocivo Toumeyella parvicornis (Cockerell) (Cocciniglia tartaruga)
Regionale
- Decreto dirigenziale 16134 del 15 luglio 2024– Piano di azione per l’eradicazione di Toumeyella parvicornis (Cockerell), in Comune di Pisa. Versione 4
Allegato A – Piano di azione per l’eradicazione di T. parvicornis - Decreto dirigenziale 139 del 2 gennaio 2025 – Delimitazione della zona infestata e della zona cuscinetto per Toumeyella parvicornis: nuova delimitazione e revoca del Decreto Dirigenziale n° 8140 del 16/4/2024.
Allegato A – Cartografia delimitazione della Zona infestata e Zona cuscinetto per Toumeyella parvicornis - Linee guida per i trattamenti endoterapici contro la Cocciniglia tartaruga
- Linee guida 2024 per la realizzazione dei monitoraggi e dei campionamenti nell’Area delimitata per Toumeyella parvicornis
Misure di contenimento:
L’alta capacità riproduttiva e l’assenza di antagonisti rendono l’infestazione di questo insetto molto pericolosa. Si diffonde sia per via area sia per trasporto passivo anche tramite altri animali. I sintomi dell’infestazione, comuni alle altre cocciniglie, sono l’ingiallimento degli aghi, il rilascio di goccioline lucide ed appiccicose (melata) che con il tempo diventano nere (fumaggine), il diradamento della chioma dell’albero. La certezza si ha dal ritrovamento dell’insetto con la sua forma particolare che ricorda un carapace di tartaruga. Quando si presenta in parchi urbani, aree verdi ristrette oppure all’inizio del focolaio si cura con l’iniezione di insetticidi, mentre per le ampie aree boscate l’azione di contrasto è più difficile: l’uso di feromoni per la cattura e gli antagonisti naturali sono ancora allo studio. Per questo è necessario scoprire al più presto l’eventuale infestazione ed entrare in azione rapidamente per poter procedere con:
trattamenti endoterapici: In pratica nel tronco viene iniettata una soluzione insetticida che, trasportata dalla linfa, finisce per essere ingerita direttamente dalla cocciniglia; questa tecnica consente di agire direttamente sull’organismo nocivo e riduce al minimo la dispersione dell’insetticida nell’ambiente (circa €80-100 a pianta).
Abbattimento di piante colpite e abbruciamento in loco del materiale.
Comunicazione di casi sospetti:
In base alla normativa sopra richiamata è fatto obbligo a chiunque venga a conoscenza della presenza effettiva o sospetta del parassita specificato di dare immediata comunicazione, anche con modalità di tipo telematico, al Servizio fitosanitario regionale competente per territorio.
Si precisa inoltre che, in caso di necessità di assistenza tecnica, l’Ente Parco regionale della Maremma, ha stipulato un “accordo per la collaborazione scientifica in attività di ricerca per il monitoraggio fitosanitario dei boschi del Parco della Maremma” (periodo novembre 2024 aprile 2027) con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Ambientali, Alimentari e Forestali (DAGRI) dell’Università degli studi di Firenze.
Si raccomanda pertanto le aziende dell’area protetta di segnalare tempestivamente al settore tecnico (tonelli@parco-maremma.it) e al servizio di vigilanza (333-6191686) eventuali anomalie riscontrate nei pini (colature e annerimenti delle piante), oltre che darne comunicazione immediata all’indirizzo di posta elettronica del servizio fitosanitario della Regione toscana:
cocciniglia.tartaruga@regione.toscana.it.