Lunga e impegnativa traversata alla scoperta dell’antica abbazia di San Rabano. Un percorso nella natura e nella storia che tocca anche la cima di Poggio Lecci, il punto più alto del Parco.
Si parte attraversando della pineta granducale, una passeggiata in piano di estrema piacevolezza sul terreno morbido e ondulato di antiche dune di sabbia, in un sottobosco di grandi cespugli di lentisco e ginepro che si alternano a piccole radure. Qui, oltre a moltissimi uccelli, vivono volpi, istrici, daini e cinghiali, di cui si vedono un po’ ovunque le impronte.
Si arriva al ponte delle tartarughe, che attraversa il canale dello Scoglietto, oggi trasformato in una lunga e stretta palude. Le grotte che si trovano oltre il canale sono state scavate dal mare che fino a qualche secolo fa giungeva fin qui. Il sentiero risale ora l’antica falesia sul mare in una macchia bassa di rosmarino, lentisco, leccio, cisto, e in pochi minuti si arriva abbastanza in alto da affacciarsi sul “mare” verde delle chiome dell’immensa pineta, oltre il quale c’è il mare vero, con le isole dell’arcipelago toscano. Arrivati sul crinale si prosegue su un sentiero largo e in piano, fra due muri di macchia bassa di leccio ed erica, fino al piccolo stagno del Precoriale, quindi in un’antica sughereta e in una lecceta alta fino a incontrare la strada degli ulivi, che si segue per un breve tratto fino alla località Pratini, dove si trova uno splendido uliveto.
Qui comincia il percorso fisicamente più impegnativo, che risale ripido prima in una macchia bassa, poi in un vallone più umido fra alti lecci. La fatica è presto ripagata da uno splendido panorama fino all’Ombrone, con la pineta, la torre di Collelungo e il mare. Il sentiero prosegue prima pianeggiante e poi in leggera salita, con scorci panoramici verso nord sempre più ampi, fino a Castiglione della Pescaia e il promontorio di Punta Ala. Ci si inoltra quindi in una folta macchia di leccio, fra piazzole di antiche carbonaie, salendo con più tranquillità fino alla vetta di poggio I Lecci (m 414), coronata da lecci secolari. Da qui, una breve e piacevole discesa nel bosco porta finalmente alle rovine dell’antica abbazia San Rabano.
Si riparte su un sentiero pianeggiante, incontrando presto due altane dalle quali si possono godere panorami spettacolari su tutta la costa di questa parte di Toscana. Da qui il sentiero comincia a scendere dolcemente fino alla grande fonte (oggi in secca) che un tempo alimentava l’abbazia, poi una discesa più ripida, ma in un vallone più umido e sotto una bella lecceta, ci porta allo splendido uliveto monumentale di Collelungo, uno dei più antichi della Toscana. Lo attraversiamo e ritroviamo la strada degli ulivi, che ci porta fino alla rotonda di Collelungo e al parcheggio delle biciclette della spiaggia, subito dietro la duna.
Da qui a poco prendiamo il sentiero che costeggia il canale dello Scoglietto, uno dei pochi punti del Parco in cui c’è acqua tutto l’anno, e quindi una particolare abbondanza di vita animale e vegetale. Si torna così al ponte delle tartarughe, e attraverso la pineta al Pinottolaio.
Costo biglietto
- Intero: € 10,00
- Ridotto: € 5,00 (ragazzi dai 6 ai 14 anni, gruppi con 20 paganti minimo*, studenti max 25 anni)
- La prenotazione ed il servizio guida sono obbligatori per i gruppi da 20 persone in poi
Il biglietto del percorso è acquistabile anche online in autunno ed inverno, mentre in primavera ed estate solo al centro visite di Alberese (via del bersagliere 7/9)